Le domande dei familiari allo psichiatra

Affrontare in famiglia la malattia mentale fa sorgere mille domande alle quali non è sempre possibile per lo psichiatra dare risposte certe.

Sin dall’esordio della malattia il familiare avverte l’esigenza di conoscere, di essere informato sulla diagnosi per poter riuscire a convivere con il disagio psichico e per saper affrontare in famiglia i periodi di crisi.

Temi dominanti per un familiare sono:

  • l’incertezza verso il futuro,
  • la sintomatologia della malattia,
  • le tempistiche del percorso di cura,
  • gli effetti collaterali dei farmaci da utilizzare,
  • le speranze di guarigione

Tutti argomenti che pretendono risposte semplici e chiare da parte dei medici, data anche la scarsa conoscenza della malattia psichiatrica da parte delle famiglie e la conseguente loro impreparazione a riguardo.

Ecco di seguito una sintesi degli interrogativi più comuni che i familiari coinvolti rivolgono allo psichiatra, li elencheremo seguendo temporalmente il decorso della malattia ed i problemi da affrontare che mano a mano si presentano.

Sull’incredulità ed i sensi di colpa:

Perché è toccato a noi?

Può essere colpa nostra?

La malattia mentale è ereditaria?

Sull’indagare la malattia mentale:

Qual è la diagnosi?

Quali sono le cause del disturbo mentale?

Quanto tempo durerà questa malattia?

Sulle prime difficoltà incontrate nell’effettuare la presa in carico:

Perché non si fa aiutare?

Ce la faremo a trovare una soluzione ed a venirne fuori?

Come spiegare l’ostinato rifiuto verso la terapia?

Che voglia comunque essere aiutato ma non lo ammetta?

(Ricordo a questo proposito d’aver letto ad esempio che una coppia di genitori aveva messo sulla scrivania del loro figlio schizofrenico un foglio con scritto: “Se hai bisogno di aiuto, chiedilo. Se non ne hai bisogno, dimostralo.” Non ottenendo purtroppo alcun risultato).

Sull’atteggiamento da tenere nei confronti del malato:

Bisogna essere concilianti e comprensivi per il già forte disagio e sofferenza provati oppure fermi e risoluti nell’intenzione di porvi rimedio?

Come comportarsi di fronte a frasi deliranti?

Cosa possiamo fare in famiglia per aiutare il processo di guarigione?

Sulla scelta di ricorrere ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio:

Aiutarlo con la forza, predisponendo un TSO, potrebbe essere accettato dalla parte sana della sua mente che altrimenti non avrebbe potuto prendere il sopravvento su quella malata?

Non ci sono altre soluzioni?

Sulle varie forme di trattamento:

Che farmaci esistono per curare la malattia mentale?

Come vengono somministrati?

Quali effetti collaterali hanno?

Possono creare dipendenza?

Può essere utile la psicoterapia?

Sulle conseguenze familiari della malattia mentale:

La nostra famiglia riuscirà a restare unita?

Saremo sempre d’accordo sull’atteggiamento da tenere?

Esiste una terapia anche per i familiari?

Sulla difficoltà nel decifrare i comportamenti indotti dalla malattia:

Come poter distinguere la malattia dalla persona?

In che modo la personalità sarà segnata dalla malattia?

Sarà innanzitutto compito dei professionisti in forza al Servizio di salute mentale offrire risposte puntuali a questi tanti interrogativi, informare correttamente le famiglie sulla natura della malattia mentale, sulle ipotesi relative alla sua origine, sulle terapie disponibili, sulle manifestazioni cliniche, oltre che fornire alcuni suggerimenti sui comportamenti più indicati da tenere nei confronti della persona malata.

Riteniamo che lo psichiatra dovrebbe sempre preoccuparsi anche del benessere dei familiari, dato che nella mission dei Servizi di salute mentale si parla apertamente di “soddisfare al più alto livello possibile le legittime esigenze e aspettative di qualità di vita di utenti e familiari”.

Lo psichiatra dovrebbe allora chiedersi continuamente:

Sto facendo abbastanza per alleviare la loro sofferenza?

Purtroppo talvolta per i familiari l’esigenza di un immediato riscontro si imbatte contro le carenze di organico nei Servizi e la conseguente poca disponibilità dei professionisti, come ci racconta simpaticamente Antonio:

Ho sempre trovato grandi difficoltà, come familiare, nel parlare con il medico. Mi sembra che sia più facile parlare direttamente con Papa Francesco che con uno psichiatra del Servizio. Almeno Papa Francesco cammina e non corre. Vorrei che ci fossero più medici per avere il tempo d’un confronto con i familiari.

Sarà in definitiva il tempo e l’accumulo di esperienze che riusciranno a far trovare a ciascun familiare la miglior strada da percorrere e ad offrire le prime risposte ai tanti importanti interrogativi sollevati.

Un cammino che tutti noi familiari stiamo ancora quotidianamente percorrendo, sopportando le tante insidie del disturbo psichiatrico e supportando con tutta la forza possibile il nostro caro malato.

Paolo Giovanazzi

Laureato in giurisprudenza, si occupa di marketing e mercati finanziari. Trovandosi a dover condividere con il fratello le tante insidie della malattia mentale, ha voluto approfondire il suo modo di vedere le cose per potergli essere d’aiuto.

Un pensiero su “Le domande dei familiari allo psichiatra

  • 15 Dicembre 2022 in 08:57
    Permalink

    I familiari non sono accompagnati alla convivenza di chi ha un malato mentale mi sono trovata impreparata sola impaurita sono scappata di casa con i figli ho dovuto abbandonare la casa i miei oggetti cari mi hanno distrutta una famiglia e tutt’ora lui infierisce su di noi

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