11 Dicembre 2024
Qualità

Riconoscimento giuridico dell’ESP

Esperto in Supporto tra Pari (ESP)

Sembra che l’utilità del supporto tra pari sia stata scoperta o, quanto meno, rivalutata nel trattamento del disturbo post-traumatico da stress (PTSD) che colpì in massa, negli anni ’60 e ’70, i reduci americani della guerra del Vietnam.

Il PTSD nasce da gravi situazioni di violenza vissute, subite o perpetrate che tornano a tormentare la mente ed è difficile raccontarle.

Auto-mutuo-aiuto

C’è difficoltà ad aprirsi con gli altri, perché non ci si sente in grado di comunicare ciò che è successo o per mancanza di fiducia nell’interlocutore. Sembra impossibile che qualcun altro possa capirci.

In questi casi risulta molto utile la strategia dell’auto-mutuo-aiuto di cui il supporto tra pari è il tratto distintivo. Confidarsi e “liberarsi” con chi ha vissuto le nostre stesse faticose esperienze, facilita l’unione e la comprensione. Non sostituisce la terapia, ma costituisce un tassello importante nel percorso per ricostruire i presupposti di un’esistenza il più possibile accettabile.

Ascolto efficace

Nasce così, più dalla necessità pragmatica dell’ascolto che da una pianificazione a tavolino, la figura di esperto in supporto tra pari. Una figura che ancor oggi, in Italia (a differenza di quanto accade nella maggior parte delle nazioni europee e nordamericane), non ha un riconoscimento istituzionale.

Nonostante che in molte realtà territoriali sia presente da anni un’efficace sperimentazione del suo utilizzo.

Gli UFE Trentini

È da vent’anni che il Servizio di Salute mentale di Trento si avvale del suo prezioso contributo. Con l’acronimo UFE (Utente e Familiare Esperto), nasce nel 2003 una figura che, affiancando gli operatori, arricchisce il Servizio con l’offerta di una presenza e un ascolto più vicini all’utente. Nonché con attività di sensibilizzazione e coinvolgimento sociale.

In concreto l’UFE, volontario o dipendente dell’associazione “Il Cerchio-Fareassieme” (link), svolge attività di prima accoglienza, come facilitatore di gruppi di auto-mutuo-aiuto o a supporto di iniziative di recovery, come garante nei percorsi di cura condivisi o mediatore nella gestione di particolari criticità.

Carta nazionale dell’ESP

Non è un caso se Trento è tra i principali promotori, nel 2021, della Prima Carta nazionale degli esperti in supporto tra pari nella Salute Mentale (link). Per promuovere istituzionalmente questa figura, la strada più semplice e produttiva appare quella che passa da un atto di indirizzo del Ministero della Salute che recepisca normativamente le indicazioni contenute nel documento.

l’iter legislativo di questa iniziativa ha conosciuto una battuta d’arresto dopo la caduta del Governo Draghi. È oggi urgente riportare all’attenzione del Parlamento la necessità di concludere il percorso normativo, per non vanificare il grande lavoro di analisi, proposta e coinvolgimento fin qui effettuato.

Il sapere esperienziale

L’esperto per esperienza si pone a fianco di altri utenti, dei familiari e degli operatori per mettere a disposizione l’energia, le motivazioni, la sensibilità e il sapere che viene dal proprio percorso personale. Scambio di esperienze, fare-assieme, sostegno umano, contributo di pensiero, collaborazione pratica, sono i terreni in cui si esprime l’apporto del pari.

Riconoscimento reciproco

Avendo vissuto, più o meno direttamente, il disagio psichico e le difficoltà che comporta, gli ESP sono mediatori credibili tra utenti e professionisti. Possono contribuire a rafforzare il rapporto di fiducia tra utenti e Servizio e favorire una maggiore condivisione dei percorsi di cura e di recovery. Possono anche indirizzare i professionisti verso l’individuazione di soluzioni più efficaci, che tengano conto delle vere istanze dell’utente e dei suoi familiari.

Riconoscimento istituzionale

La presenza nel sistema di salute mentale di ESP formati e consapevoli del proprio ruolo, sia come professionisti retribuiti che come volontari riconosciuti, modifica in meglio il contesto nel quale operano.

Il riconoscimento professionale ed istituzionale sono condizioni imprescindibili affinché l’ESP possa lavorare a pieno titolo nel sistema di salute mentale, ricevendo un giusto compenso economico. L’efficacia del suo intervento comporta, oltretutto, un risparmio in termini di gestione generale del servizio.

Altri ambiti d’intervento

Dal mondo della salute mentale, l’esperto di supporto tra pari può essere mutuato in altre situazioni di disagio e emarginazione.

Nel reinserimento sociale degli ex-detenuti, nell’integrazione dei migranti, nel recupero di soggetti dipendenti da sostanze tossiche o comportamenti patologici il contributo di chi ha vissuto le stesse criticità diventa una risorsa importante per accompagnare le persone nel loro autonomo percorso di recupero sociale.

Stefano Ricci

Nato a Siena nel 1950 è approdato nel '68 a Trento, dove si è laureato in Sociologia. Quella stagione di “contestazione globale” ha caratterizzato l'intera sua esistenza. Sempre impegnato in politica, nel Sindacato e nel volontariato si è poi ritrovato a misurarsi col mondo della salute mentale, anche qui da protagonista.

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